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Guercino, San Bruno in adorazione della Vergine, 1647

    Nato in Germania nel XI secolo, San Bruno, fondatore dell’ordine certosino, visse in Francia e in Calabria, dove rifiutò il titolo di arcivescovo. Venne canonizzato solo nel 1623, motivo per cui è difficile trovare sue raffigurazioni prima del Seicento. Qui è rappresentato in ginocchio, in primo piano a destra, vestito con l’abito bianco dei certosini, le mani al petto e lo sguardo rivolto al cielo, verso il Bambino che lo benedice, sorretto dalla Vergine. Alla sua sinistra, un discepolo è in preghiera. I personaggi sono immersi in una atmosfera serena e armoniosa, caratteristica della maturità classicheggiante dell’artista. Questa grande tela venne dipinta per la chiesa di San Girolamo della Certosa nel 1647. In un primo momento, i monaci proposero a Guercino di portare a termine una tela con lo stesso soggetto commissionata alcuni anni prima a Guido Reni, che l’aveva lasciata incompiuta alla sua morte. Mostrando un grande rispetto per il suo “predecessore”, Guercino rifiutò la proposta, preferendo realizzare questa nuova composizione, definita dalle fonti «di non ordinaria bellezza». L’artista ricevette per il lavoro un compenso estremamente elevato, segnale del successo e del riconoscimento di cui ormai godeva. Lo straordinario costo dell’opera è dovuto anche all’ampio uso del prezioso pigmento blu oltremare e alla partecipazione all’opera del fratello Paolo Antonio Barbieri, autore dei preziosi paramenti vescovili ai piedi di san Bruno: la mitra gemmata e il bellissimo pastorale d’oro.

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