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Benedetto Gennari il giovane, San Giovanni Battista, 1657-1658

    Tra il 1657 e il 1658 Benedetto Gennari, nipote e collaboratore di Guercino, eseguì il San Giovanni Battista dormiente, fedele rielaborazione di un’opera del maestro, l’Endimione dormiente. L’originale di Guercino è oggi perduto, ma se ne conserva una copia alle Gallerie degli Uffizi. Secondo il mito greco, la dea Diana si innamorò del pastore Endimione e per non perderlo lo congelò in un sonno di eterna giovinezza. Benedetto Gennari qui riadatta l’iconografia di Endimione, trasformandolo nel San Giovanni Battista, il santo eremita: il pittore ha eliminato dal modello lo spicchio di luna sullo sfondo e trasformato la canna di Endimione in una croce, col sigillo “Ecce Agnus Dei: Ecco l’Agnello di Dio”.     
    Come per la Sibilla della prima sala, il dipinto testimonia una pratica comune nell’atelier del Guercino: la copia e il riadattamento delle opere originali del maestro, i cui modelli figurativi potevano essere reimpiegati per composizioni e soggetti sempre nuovi. I collaboratori potevano così soddisfare in breve tempo le richieste di una clientela che desiderava un’opera fatta alla maniera di Guercino, ma a prezzi più contenuti.       

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