Pseudo Jacopino

Nel percorso delineato da Francesco Arcangeli, a Vitale da Bologna si affianca, per un’identica forza espressiva, Jacopino di Francesco. A questo pittore, documentato dal 1360 circa al 1386, Roberto Longhi e Francesco Arcangeli avevano legato un numeroso gruppo di opere. La critica più recente, invece, ha attribuito tale gruppo a un artista ignoto, antecedente di quasi trent’anni a Jacopino, contemporaneo al giovane Vitale e ormai designato con il nome convenzionale di Pseudo Jacopino. 

Malgrado il cambio di attribuzione le parole di Arcangeli rimangono potentemente evocative di un pittore che, più che altri, sa interpretare i sentimenti e i turbamenti di una città sconvolta da disordini e da lotte.   

 “Cresce in lui, e in Bologna, il clamore del riso, lo squallore del pianto, la potenza dell’’espressione. Viene meno la dolcezza a volte struggente di Vitale, non certo il genio dell’azione; ma questa lotta aspramente con la quadratura plastica di Giotto, con le calme sagomature dei riminesi, ben conosciute certo da Jacopino nelle sue peregrinazioni”.  

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