Probatica Piscina
1595/1596
La ‘Probatica piscina’ insieme ad altre opere è la tappa “di uno stile che si potrebbe dire protobarocco, se non ostassero più elementi. Il primo è intanto una presa fisica sul corpo … che, di lontana radice emiliana, nega il fluire continuo e felice dello spazio, anzi lo ingombra col peso della sua esistenza.
Il secondo è un’inclinazione naturale e patetica della luce e dell’ombra, che il Longhi definì insostituibilmente ‘di senso meteorologico’; come se, anzi ché portare una luce dorata, ottimistica, olimpica” come sarà nel Barocco “la tela fosse obnubilata da velami crepuscolari, da inquieti bagliori temporaleschi, da luci tristi d’autunno o fredde d’inverno.
C’è nel dipinto “un’intensità ‘visionaria’; in quella distanza realizzata dai tocchi luminosi delle ‘macchiette’, sospesa tra un’eco di prospettiva e una libera concezione spaziale già seicentesca, nel grido luminoso dell’angelo a capofitto; nel dramma corrusco fino allo strazio, e pur silenzioso e lontano, del cielo d’estremo tramonto”.
