sala 26

Conversione di san Paolo, 1587/1588

Sala 26

    Qui sono evidenti quelle costanti dell’immanenza spaziale, della comunicazione con lo spettatore, del ‘brano di vita’ e del “chiaroscuro come meteorologia” che caratterizzano il percorso della pittura bolognese delineato da Arcangeli.

    “Il tumulto sembra rotolar sullo spettatore che ne è quasi coinvolto. È questa un’idea di spazio attivo e circolante in ogni senso, che vince ormai la vecchia concezione del quadro come sezione di mondo distaccata dall’occhio e contemplabile in profondità” 

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