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Cesare Gennari, Lot e le figlie, 1660-1665

    L’episodio rappresentato è tratto dal libro della Genesi: fuggite alla distruzione della città di Sodoma, che vediamo in fiamme sullo sfondo del dipinto, le figlie di Lot temettero di essere rimaste sole sulla terra e di non poter quindi perpetuare la propria stirpe. Decisero così di far ubriacare il loro anziano padre, per poter giacere con lui.
    Guercino affrontò questo soggetto almeno quattro volte nel corso della sua carriera: la prima versione, dipinta negli anni giovanili, era destinata al cardinale Alessandro Ludovisi, mentre le altre tre furono realizzate intorno al 1650 per il mercante d’arte Girolamo Panessi, e subito divise in diverse collezioni private. La tela qui esposta è una delle diverse copie prodotte dall’invenzione del maestro: nello studio del Guercino la pratica delle copie non solo era consentita ma probabilmente incoraggiata dallo stesso maestro che, in tal modo, poteva incrementare gli introiti dell’atelier servendo anche una fascia di clientela meno abbiente. La copia bolognese risulta essere qualitativamente una delle migliori: si possono ammirare la trasparenza del calice e le pennellate filamentose a rendere la pelle rugosa dell’anziano Lot. In occasione di questa mostra viene proposta l’attribuzione al nipote di Guercino, Cesare Gennari.

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