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Cesare Gennari, Flora, 1685

    Cesare Gennari era il più giovane nipote di Guercino e, così come il fratello Benedetto, entrò molto presto nella bottega dello zio. Dopo la partenza di Benedetto per Parigi nel 1672, Cesare rimarrà solo a gestire gli affari dell’atelier. Pur rimanendo fedele alla tradizione guercinesca, verso la fine della carriera mostrò una propria evoluzione stilistica, sensibile alle novità dell’ambiente artistico locale e alle richieste del mercato. Testimone della tendenza verso un equilibrio formale più aristocratico e una stesura pittorica morbida è l’enigmatica e raffinata Flora, dea della primavera. La giovane dalla fisionomia esile e sensuale rivolge lo sguardo allo spettatore con un sorriso appena accennato, riflesso nelle rosee gote, mentre con la mano sinistra accosta dolcemente al viso una rosa e con la destra mostra il manto in cui tiene raccolti altri fiori.

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