Maestro della Crocifissione Campana (già Pseudo Jacopino)

    Questa opera faceva parte del gruppo che Arcangeli attribuiva a Jacopino di Francesco; la critica più recente si divide tra il riferimento del dipinto al cosiddetto Pseudo Jacopino oppure a un artista non ancora identificato che lavora in un momento precedente (il cosiddetto Maestro della Crocefissione Campana).
    Anche in questo caso Arcangeli mette in evidenza il dinamismo e l’espressività della scena.
    Qui il carattere dominante sta in quel “balzare rampante, trasvolante quasi, del san Giacomo sulle squadre ancora compatte nella vittoria come nella sconfitta”, mentre nel particolare con i Balestrieri cristiani “l’assieparsi serrato del gruppo mostra il contatto con la gravità della scuola di Rimini che tuttavia, rialzato dal potente temperamento del maestro, si risolve in una sorta di reincarnazione aspra e mossa, neoromanica dei gruppi giotteschi di sorte drammatica (si pensi alla Strage degli innocenti degli Scrovegni)”.

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